E’ per effetto dell’interazione con il mondo naturale, nella lotta per la sopravvivenza, che l’uomo deve necessariamente evolversi in un processo di adattamento alle condizioni ambientali. Questo adattamento da un lato è significato un’evoluzione del proprio apparato biologico (vedi ad esempio l’evoluzione degli organi prensili come la mano ed i piedi), dall’altro, insieme all’evoluzione del sistema nervoso centrale, è significato apprendere a riconoscere (discriminare) le caratteristiche del mondo naturale più idonee alla propria sopravvivenza. Il mondo naturale, da entità indiscriminata da subire passivamente, è diventato un insieme di entità discriminate con degli specifici significati: il mondo naturale è l’ambiente idoneo alla sopravvivenza.
L’architettura inizialmente era solo questo: l’insieme dei luoghi della sopravvivenza da riconoscere ed usare. Successivamente, con l'invenzione degli utensili e con l’acquisizione della posizione eretta, l’uomo impara a gestire l’ambiente che lo circonda; impara a modificare l’ambiente per diminuire la pressione selettiva che subisce. Nascono le basi e i costituenti elementari dell’architettura. Infine, con l’aggregarsi dei gruppi, con l'evoluzione del linguaggio e dell’organizzazione sociale, nascono le unità distintive dell’architettura, le individualità tipologiche ed i relativi addensati.